Compagnia di Teatro di innovazione, sperimentazione, infanzia e gioventù
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LA BELLA CHE SPOSO’ LUSBE’

LA BELLA CHE SPOSO' LUSBE' copia

di Francesco Enna

regia Pier Paolo Conconi

con Luisella Conti, Stefano Chessa,
Antonella Masala, Antonello Foddis,
Consuelo Pittalis, Margherita Lavosi, Bianca Maria Lay, Daniela Simula

costumi Luisella Conti, Nadia Imperio, Roberta Amadu
disegno luci Paolo Palitta
scenotecnica Michele Grandi

 

VIDEO PROMO

 

La trama
C’erano una volta… Scianca e Pillanca, Folletti dalle Sette Berrette, custodi di favolosi tesori e di antiche, fantastiche storie… e c’era pure un povero Maniscalco che aveva tre figlie femmine freddolose da maritare: Tremotutta, “la più grande e la più brutta”, che non vedeva l’ora di potersi sposare; Tremebonda, “grassa grassa e tonda tonda”, che non sdegnava mai di desinare; infine Tremolina, “la più piccina, buona e bella come una stella”, ma sveglia e risoluta sotto la scorza gentile…C’era anche il figlio maschio del maniscalco, Sona Sona, suonatore abilissimo di qualunque strumento musicale, partito alla ventura in cerca di fortuna, che incontra sulla via del ritorno i due folletti col loro “siddadu” e i loro racconti. Ma fra storie, suonatine e gare di velocità, che accade intanto a casa del maniscalco? Accade che un brutto giorno di un freddo inverno, il pover’uomo si rechi nel bosco a cercar legna, quand’ecco spuntare dal nulla nientemeno che il “fosco e losco Visconte di Lusbé”, ossia il Diavolo, ossia Lu Bestiu!, e che, per aver salva la vita, il maniscalco sia costretto a dargli in moglie prima una figlia, poi la seconda e financo la terza, con grande disappunto di Satanasso che ogni volta si lamenta delle mogli “difettose”, ma…Che fine hanno fatto davvero Tremotutta e Tremebonda? Saprà Tremolina scoprire cosa si cela dietro le Porte Proibite? Forse sì, non senza l’aiuto però del fratello Sona Sona che nel frattempo, grazie alla Strega del Bosco e a Scianca e Pillanca, avrà ricevuto in dono una Chiave Che Apre Tutte Le Porte e altro ancora…

La messa in scena
Sono i due Folletti dalle Sette Berrette a condurci dentro il bosco di Lusbé e a dipanare i fili di questa fiaba sarda che ha il sapore di altre fiabe europee (come “La Bella e la Bestia” o “Barbablù”) ma che si ispira invece alla “paristoria” raccontata da Amelia Piredda, masthra ‘e contascias di Siligo, all’autore del testo, Francesco Enna, il quale ne ha trascritto la voce, i toni, i colori. Momenti e movimenti che scenografie, maschere e costumi riprendono nella vivacità, ma anche nei chiaroscuri, di un mondo magico e misterioso che può vivere in fondo alla stradina di campagna su cui ci ritroviamo a camminare in un freddo giorno d’inverno.

Foto di Roberta Pietrasanta