Compagnia di Teatro di innovazione, sperimentazione, infanzia e gioventù
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Eccetera

Progetto  Scuole Aperte

Assessorato alle politiche giovani del Comune di Sassari  (scuola-polo Liceo Canopoleno)

tre atti unici di Jean Tardieu

con Matteo Addabbo, Tea Campus, Davide Cappuccio, Flavia De Camillis, Samuela Delogu, Elisabetta Fara, Daniele Foddai, Alice Ghisu, Piera Lubinu, Manuela Manganelli, Francesco Masala, Stefania Pirri, Daniel Rogerson, Matteo Sannia, Claudio Scanu, Giovanni Sciarrotta, Maria Chiara Sotgiu, Alessia Vacca

coordinamento di Anna Maria Canneddu, Daniela Cossiga, Sante Maurizi 

 

Jean Tardieu (1903-1955), poeta e drammaturgo, è stato uno degli esponenti  del “teatro dell’assurdo” in voga in Francia negli anni ’50. Al centro dell’azione teatrale delle sue opere c’è il linguaggio, l’uso pigro e stereotipo che ne facciamo nel quotidiano, le parole come schermo dell’ipocrisia nei rapporti umani.  In questo senso non sfuggono alla lente dell’autore anche le convenzioni teatrali, smontate e messe in scena con affilata ironia. Sono raggruppati in Eccetera tre atti unici del 1951. In Osvaldo e Zenaide è esasperato al parossismo l’uso degli “a parte”, cioè di quei pensieri tra sé che i personaggi dicono ad alta voce per farsi udire dal pubblico, parole che gli altri personaggi in scena non mostrano di udire. In C’era folla al castello si ironizza sul genere del monologo: un dramma d’intrigo poliziesco viene messo in scena appunto con soli monologhi. Come in una lezione scientifica, nei Linguaggi familiari è mostrato un “autentico Erbario della Flora verbale”, un catalogo delle deformazioni che il linguaggio subisce all’interno dei gruppi sociali.
Per il secondo anno consecutivo, sull’onda di un’esperienza molto positiva, alunni di scuole diverse (Licei  Scientifici “Spano” e “Marconi”, Istituto per Geometri, Licei Classici “Azuni” e “Canopoleno”, Istituto Magistrale, Itas “Ruju”, Istituto Commerciale) hanno potuto lavorare insieme e coltivare le proprie passioni: musica, cinema, teatro, educazione alla legalità, studio sul clima, pittura e scultura, con la guida di esperti e coordinati dagli Istituti capofila. Il percorso laboratoriale è stato fotografato, filmato e fissato con brevi commenti da un gruppo di ragazzi che non saliranno sul palco, ma che hanno documentato il lavoro dei compagni.
Il programma “Scuole aperte”, finanziato dall’assessorato comunale alle Politiche giovanili, è nato nel 2006 in collaborazione con la Consulta provinciale degli Studenti, l’Unione degli Studenti e alcuni istituti superiori cittadini. Il progetto ha l’obiettivo di dare agli studenti delle scuole medie superiori l’opportunità di lavorare insieme in alcuni laboratori di teatro, musica, cinema, legalità, monitoraggio ambientale e arti figurative.